
BILLY NEBBIA – Il dono dell’oltrevista
Andiamo a conoscere più da vicino Billy Nebbia, graphic novel del quale vi avevo accennato durante la diretta dedicata alla nebbia che potete recuperare tra le puntate del podcast o leggendo l’articolo dedicato alla nebbia.
Billy Nebbia il dono dell’oltrevista è scritto e illustrato da Guillaume Bianco ed edito da Bao e vede lo zampino della bravissima Barbara Canepa che lo stesso Guillaume ringrazia perché “è riuscita a risvegliare il piccolo Billy che sonnecchiava in un angolo della della mia testa…”.

La struttura che l’autore gli ha dato lo colloca a metà strada tra un graphic novel e un albo illustrato, questo perché il racconto sceneggiato come un fumetto è inframezzato da pagine di bestiario e da poesie in una danza che ci porta a vedere il mondo del piccolo Billy proprio come lo vede il piccolo Billy.
In che modo vede Billy?
Billy è un bambino con una grande fantasia macabra nella quale può facilmente immergersi grazie a quello che per molti risulta essere una mancanza. Billy ha una forte miopia e senza occhiali il mondo che gli adulti lo costringono a vivere perde di consistenza e così i cespugli diventano mostri, rami si tramutano in serpenti, pietre in teschi ed è qui che Billy vive innumerevoli avventure e conosce personaggi impossibili da trovare nel mondo visto attraverso le lenti. Questo porta Billy ad affermare che “gli adulti sono tutti assassini… Hanno ucciso il bambino che erano un tempo… Il loro mondo è troppo banale, troppo ordinario… Troppo prevedibile… L’immaginazione non è palpabile… Li spaventa”.
Così, proprio grazie alla sua miopia Billy vede molto più di altri e si lancia in quella nebbia senza paura pur di vivere un’avventura. Quella nebbia, quella miopia sono il dono dell’oltrevista di Billy.
Di cosa ci parla Billy Nebbia
Sarebbe terribilmente riduttivo scrivere che Billy Nebbia tratta di elaborazione del lutto. Questo novel parla di capacità di ricerca e di accettazione del cambiamento e del diverso. Certo Billy è sgomento dalla dipartita del suo gatto e il fulcro della storia si riassume nella lettera che il piccolo scrive a Babbo Natale
“ Tarzan è il mio gatto, è lui è morto. E non so perché […] Cos’è la morte? Chi è? Dov’è? Uno è obbligato ad andarci? […] Come spiegarlo: io non se ho paura della morte, oppure se ho paura di quello che non conosco. Babbo Natale, tu che sai tutto, Sono sicuro che conosci il segreto della morte.
Quest’anno ti chiederei solamente di rivelarmelo.”
Dunque Billy, nonostante sia un bambino, capisce perfettamente come ci siano cose che non può vedere e quindi sperimentare attraverso l’esperienza semplicemente facendo appello alla nebbia della sua miopia.

Chi incontra Billy nella nebbia?
Le creature che Billy incontra sono di svariata natura, incontra ad esempio la principessa delle pozzanghere, una cara amica di Billy che indossa una corona di lumache e che ha per padre una nube. I due si divertono molto a giocare assieme ma ci sono dei limiti che nemmeno il loro legame riesce a superare, infatti la principessa delle pozzanghere arriva solo quando piove abbondantemente e Billy prende l’influenza ogni volta poiché rincasa zuppo d’acqua.
C’è poi una simpatica variante della zanzare al quale viene dedicata una delle pagine del bestiario che prende il nome di coleopandra che viene descritta in modo tanto dettagliato che preferisco mostrarne le pagine invece che scriverne.

La tavola ouija
Al fondo del volume si trova una graziosa tavola ouija di carta a che cosa mai potrà servire? Leggendo e imparando a conoscere Billy è facile capire che si tratta del modo attraverso il quale il piccolo Billy ci invita ad essere curiosi. Sicuramente lui proverà con la sua irruenza e sconsideratezza di bambino a trovare la risposta che nemmeno Babbo Natale ha. Come dire: se non basta togliere gli occhiali proviamo questo altro metodo per indagare l’alone di mistero che non ci permette di vedere oltre la vita.