Evelina incontra la Baba Jaga
Il primo passo da compiere è stato complicato da realizzare ma eccolo qui.
Ricordate di togliere le scarpe prima di mettere piede in questo mondo, dove stiamo andando non servono protezioni ai piedi. I piedi sono uno dei nostri punti di connessione con la terra ed è dalla terra che stiamo per imparare il primo insegnamento.
Perciò, senza indugiare ancora, ecco la prima delle favole che ho illustrato e riadattato per muovere il primo passo nel bosco delle 13 lune
La simbologia con la quale ho arricchito questa favole tradizionale, già molto ricca di suo, è tanta. Ho scelto però di affrontare questo blog nello stesso modo in cui affronto la vita: prendendo solo quel che serve, piano e con umiltà. Quindi iniziamo dall’inizio!
La morale della favola non è fai quello che ti dicono mamma e papà, a dirla tutta in questa breve favola c’è più di un insegnamento. Non li scriverò in ordine di importanza assoluta poiché ognuno ha il proprio sentire.
Insegnamenti
Una delle costanti della favola è quella di non dare mai per scontate le persone che ci stanno vicine e che ci regalano il proprio affetto e la loro compagnia. Infatti ad Evelina basta chiudere gli occhi per qualche minuto per perdere il piccolo Ilirian e l’intera favola per riaverlo tra le braccia.
In seconda battuta la favola sottolinea l’importanza dei prodotti della terra, Imparare a mangiare ciò che nutre il corpo e lo spirito. Questa non dovrebbe essere una novità ma nella società del consumo è davvero attuale. Purtroppo in tanti dimenticano cosa mangiare, quando e in che modo comprare per rendere la nostra vita meno pesante al pianeta e per la sua biodiversità.
L’incontro con la Baba Jaga è il momento in cui ad Evelina viene insegnato ad ascoltare la voce delle creature che non parlano il linguaggio dell’uomo. Si tratta di imparare ad ascoltare e ad includere.
L’inclusività ed il conseguente rispetto per la vita sono punti di partenza essenziali per poter riparare il nostro orologio di pietra. La pesantezza del giudizio porta spesso all’impedimento di fare un’esperienza importante. Non serve andare chissà dove, uno degli esempi più semplici arriva proprio dal rapporto genitore figlio. La crescita in questo senso avviene solo se c’è da entrambe le parti la voglia di ascoltare e imparare gli uni dagli altri. Il più piccolo spesso e volentieri insegna al grande… E poi, se ci fermiamo per pensare solo qualche minuto, che cosa significa essere grandi? Chi è grande? Qual è l‘unità di misura della grandezza?
Il melo Selvatico
Per quanto riguarda la simbologia trovo giusto porre l’accento sul ruolo del melo selvatico. Nella favola è importante il punto nel quale si trova ed anche il fatto che sia selvatico.
Il melo appartiene alla famiglia delle rosaceae e si tratta di un piccolo albero cespuglioso che anche quando viene coltivato nei frutteti tende a inselvatichirsi. Si tratta di un albero che frutta verso l’esterno mentre i rami interni di piccole dimensioni diventano vere e proprie spine.
Tenendo a mente queste prime informazioni passiamo alla posizione. Evelina incontra il melo come l’ultimo degli alberi prima del bosco.
L’ultimo albero è anche il primo a ridosso del bosco. Questa caratteristica rende il melo selvatico l‘albero guardiano ovvero il custode del bosco. Ogni bosco ha un proprio albero guardiano ed il suo ruolo è quello di valutare la capacità di connessione che porta con se la persona che lo oltrepassa. Bisogna saper tendere bene l’orecchio: sentire le domande che ha da porti, comprenderle e rispondere nel modo appropriato. Perché? Perché è in base al modo in cui la persona si pone con questo albero che determinerà l’insegnamento in bosco. Chi non sente e non risponde al guardiano non può entrare davvero a contatto con il bosco.
La nostra Evelina è l’esempio di chi non ha capito! Siccome è mossa da buoni propositi, per tutta la prima parte della storia, le viene data l’opportunità di proseguire. La piccola impara proprio dal melo, lungo la via del ritorno, due insegnamenti è lì impara in modo brusco e deciso.
La piccola mangia il frutto: il melo selvatico produce piccole mele decisamente più aspre di quelle che siamo abituati a mangiare oggi. Compie questo gesto per rifugiarsi all’interno del melo, questo significa che la piccola si accoccola tra le spine dell’albero. Grazie a questi due sacrifici Evelina impara a comprendere il dolore e ad accettare la parte selvaggia di sé stessa e del mondo.