
A Piedi Nudi
IL PRIMO PASSO
Compiendo il primo dei passi, quello che porta all’imbocco del bosco, ecco che parte un ticchettio sghembo si tratta dell’andamento incerto di un orologio del quale tutti perdiamo inconsapevolmente i pezzi.
Il tentativo di ricostruirlo è innato ecco perché sin da piccoli raccogliamo pietre e bastoncini, chi di noi è stato tanto fortunato da avere la possibilità di assecondare questo bisogno ha potuto iniziare presto il percorso della cura di se stessi.
Si tratta di un orologio diverso per ognuno e all’inizio, quando nasciamo, è completo e unico nel suo genere.
Piano piano, crescendo, iniziamo a perderne alcune pietre, e c’è poi chi rischia anche di trovarsi solo più con la lancetta.
Le perdiamo per cercare di piacere alla società in cui viviamo e alle persone che desideriamo avere vicine.
A causa di questa perdita inconsapevole e delle ferite che spesso la accompagnano, ci si sente indifesi e si diventa più feroci ma anche molto più timorosi finendo per attaccare chiunque per non diventare delle facili prede.
Per fortuna però quelle pietre non scompaiono, rimangono da qualche parte dentro di noi, sono in giro in modo disordinato e alle volte ci va tutta la vita per rimetterle al loro posto.
C’è poi chi decide di non farci caso e di continuare senza ma loro, di sicuro, hanno già smesso di leggere.
C’è una parte dentro di noi alla quale è più facile parlare attraverso archetipi, tradizione e fiabe ed è a quella parte di noi e con questo linguaggio che ho deciso di parlarvi perché è così che a mia volta ho imparato e continuo ad imparare.
La scelta della condivisione è semplice, ogni pietra al suo interno racchiude connessioni, emozioni ed esperienze e ritrovarle in condivisione rende tutto più semplice e armonioso.
Viviamo in un mondo il cui le lancette del tempo sono ben tre e girano all’impazzata, il tempo non basta mai, non c’è tempo per: riposare, osservare e osservarsi o comprendersi.
Cercando le parti del proprio orologio il tempo rimane il medesimo ma quasi per magia ecco che compaiono prima minuti e poi ore che prima si pensava di non poter avere a disposizione.
Vorrei condividere con chi deciderà di intraprendere questo percorso insieme, un sfera del mondo legata al femminino e a al cuore selvaggio. Ad una visione del mondo libera dalle cose e che lascia spazio all’autodefinizione dell’essere in quanto tale.
Dove essere significa respirare, imparare dal tutto e da tutti.
Ho sempre percorso un cammino solitario strettamente legato alla natura e alle antiche tradizioni ma solo diventando madre e avendo l’opportunità di imparare direttamente dai bambini ho capito che cosa mancava al mio essere selvatica, così invece di addomesticare le mie figlie ho scelto di rallentare per vivere con loro quella parte che gli zoo di cemento in cui veniamo incasellati provano sistematicamente a destrutturare.
Non si è trattato di un percorso semplice e il rallentare inizialmente è stata una costrizione necessaria e poi semplicemente ho iniziato a sentire molto di più e loro, mi hanno insegnato della vita molte più cose di quante io ne abbia insegnate loro.
Meglio chiarire subito però che la mia visione di madre e di materno è molto ampia, non bisogna per forza partorire per essere madre e spesse volte partorire dei figli non ti rende madre o genitore consapevole.
Ci sono figli che sono madri per i loro genitori, ci sono padri che sono madri per i propri figli/e, ci sono uomini e donne che sono madri del loro io ferito, ci sono maestri/e che sono madri per i propri allievi/e e persone che sono madri per tutto ciò che da solo non sarebbe in grado di difendersi (ecosistemi, animali, piante, l’acqua a me tanto cara e molto altro).
Quindi per poterci avvicinare alla ricerca delle nostre pietre abbiamo bisogno: di tempo, di poterci sentire al sicuro, sentirci amati, sentirci sostenuti e di ritrovare la libertà dell’anima.
Pensate che non ci sia nessuno in grado di farlo per voi? Perfetto allora il primo passo lo state già facendo! Ora non abbiate paura di togliere le scarpe io cercherò nel mio piccolo di fare in modo di darvi i mezzi per togliere con consapevolezza le spine da sotto i piedi.
Come? Ma la risposta è semplice! Con favole, mito, folclore ed erbe.